Alcide de Gasperi nasce a Pieve Tesino, nell'allora Tirolo meridionale, il 3 aprile 1881. Figlio di un gendarme originario del villaggio di Sardagna, vicino a Trento, e di una donna di Predazzo, in val di Fiemme, potrà percorrere una brillante carriera scolastica solo grazie all'efficienza del sistema di istruzione asburgico e alla spinta degli ambienti del movimento cattolico trentino. Laureatosi in filologia moderna a Vienna nel 1905, nello stesso anno assume la direzione della Voce cattolica, che nel 1906 cambia nome in Il Trentino. Eletto consigliere comunale di Trento nel 1909, due anni più tardi è il più giovane deputato destinato al Parlamento dell'Impero di Vienna. Qui si impegna a vantaggio dell'autonomia delle popolazioni italiane del Trentino nel quadro del nesso imperiale, al quale continua a guardare come istituzione statale di riferimento.
Allo scoppio della prima guerra mondiale, dopo aver sperato nella tenuta della Triplice Alleanza, si impegna a livello diplomatico per evitare i rigori della guerra in casa al suo Trentino, sostenendo l'ipotesi del neutralismo. Fallito ogni tentativo di scongiurare l'intervento italiano nel conflitto, De Gasperi è nominato delegato al Comitato d'assistenza dei profughi del sud, istituito per sostenere il dramma degli oltre 70.000 trentini che in conseguenza dell'apertura del fronte italo-austriaco sono costretti a lasciare le proprie case e a riparare nella aree interne del'Impero.
A seguito della sconfitta dell'Impero e dopo l'annessione del Trentino all'Italia, è tra i fondatori del Partito popolare italiano e nel 1921 viene eletto deputato al Parlamento italiano. Divenuto segretario del partito nel 1923, dopo l'iniziale sostegno al governo Mussolini si trova invece a guidare l'opposizione al nascente regime. Dopoun periodo di carecere con l'accusa di tentato espatrio clandestino, nel 1929 trova rifugio in Vaticano, dove ottiene un modesto incarico da bibliotecario e dove può contribuire alla riorganizzazione di un partito di ispirazione cristiana, che diverrà nel 1942 la Democrazia Cristiana.
Con la caduta del fascismo, in rappresentanza del suo nuovo partito, di cui è anche segretario dal 1944, entra a far parte del Comitato di liberazione nazionale. Nel 1944 è ministro degli esteri nei governi Bonomi e Parri, e dal dicembre 1945 presidente del consiglio alla guida di un governo di unità nazionale. Nel gennaio 1947 si reca negli Stati Uniti, dove ottiene il sostegno economico alla ricostruzione italiana, offrendo in pari tempo garanzie circa l'adesione dell'Italia al Patto atlantico. Al governo a più riprese dal 1945 fino al 1953, dopo il parziale insuccesso delle elezioni di quell'anno e di fronte alle pressioni delle giovani leve del partito, lascia il governo.
Convinto sostenitore dell'unità europea, lavora in questi anni a stretto contatto con Adenauer e Schuman, che condividono con lui una comune formazione culturale mitteleuropea, e sostiene la costituzionedella Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA), della cui Assemblea verrà eletto presidente.
Muore a Sella di Valsugana il 19 agosto 1954.