Alcide De Gasperi
fra le due guerre
1919
14-16 giugno. Per volere di Luigi Sturzo, presiede a Bologna il I Congresso del Partito Popolare Italiano (PPI).
31 ottobre. È eletto segretario regionale del Partito Popolare Trentino.
1920
8-11 aprile. È eletto nel Consiglio nazionale al II congresso del PPI a Napoli; entra nella direzione del partito.
1921
15 maggio. Viene eletto alla Camera dei deputati del Regno d’Italia, ove diviene capogruppo parlamentare del PPI.
24 giugno. Tiene il suo primo discorso in Parlamento.
Luglio. Declina, anche su consiglio di monsignor de Gentili, l’invito del premier incaricato Bonomi a far parte del nuovo esecutivo.
Agosto. In Germania, incontra i rappresentanti del Zentrum (tra cui anche Konrad Adenauer) insieme a Luigi Sturzo, Stefano Jacini e Rufo Ruffo della Scaletta.
Ottobre. A Venezia, partecipa al III Congresso del PPI; assume contestualmente una posizione «possibilista» nei confronti della collaborazione fra PPI e socialisti.
1922
14 giugno. Si sposa a Borgo Valsugana con Francesca Romani.
1923
12-14 aprile. A Torino, partecipa al IV Congresso del PPI e sostiene la necessità di partecipare, momentaneamente, al governo Mussolini.
10 luglio. Viene eletto segretario nazionale del PPI in seguito alle dimissioni di Luigi Sturzo.
1924
6 aprile. Viene rieletto alla Camera dei deputati.
20 maggio. È nominato segretario del PPI.
27 giugno. Partecipa alla secessione dell’Aventino.
1925
28-30 giugno. A Roma, partecipa all’ultimo Congresso del PPI.
14 dicembre. Si dimette dalla carica di segretario del PPI.
1926
28 gennaio. Si dimette dalla direzione de Il nuovo Trentino; il quotidiano interrompe le pubblicazioni nell’ottobre successivo.
Marzo. Inizia la sorveglianza da parte del Ministero dell’Interno. Ogni suo spostamento viene registrato dalla questura.
Giugno. Fa domanda di passaporto per recarsi in Francia, a Vichy; lo stesso Mussolini nega il rilascio del documento.
Novembre. È dichiarato decaduto dalla carica di deputato.
5-6 novembre. Viene prelevato, insieme al fratello Augusto, dalla sua casa a Borgo Valsugana e consegnato a una squadra fascista a Vicenza. Il deputato fascista Luciano Marzotto li ospita nella sua casa a Valdagno, sottraendoli così alle violenze squadriste.
1927
11 marzo. A Firenze, viene arrestato mentre cerca di raggiungere Trieste con la moglie Francesca. È condotto al carcere «Regina Coeli» di Roma.
28 maggio. A Roma, presso il tribunale penale, si svolge il processo nei suoi confronti. Difeso da Filippo Meda, viene condannato a quattro anni di carcere e 20.000 lire di multa.
2 luglio. È ricoverato presso il Policlinico e poi alla clinica Ciancarelli, dove rimane agli arresti fino al luglio 1928.
Luglio. In appello, la pena è ridotta a due anni e 16.666 lire di multa, confermata poi in Cassazione.
1928
27 luglio. Gli è concessa la grazia, per interessamento diretto del vescovo Celestino Endrici, ma non può abbandonare Roma. È sottoposto a regime di stretta sorveglianza.
1929
1° aprile. È assunto come impiegato soprannumerario alla Biblioteca Apostolica Vaticana.
22 luglio. Muore il padre Amedeo.
1931
Settembre. Durante l’aspra vertenza fra la Chiesa e il fascismo sul ruolo dell’Azione cattolica nell’ambito dell’attività educativa, Mussolini chiede che De Gasperi venga allontanato dal Vaticano. Papa Pio XI risponde: «Il Santo Padre non si pente e non si pentirà di aver dato ad un onesto uomo ed onesto padre di famiglia un poco di quel pane che voi gli avete levato».
1933
Sotto lo pseudonimo «Spectator», scrive su L’Illustrazione Vaticana in qualità di commentatore della politica internazionale. Proseguirà l’attività fino al 1938.
1934
Collabora, fino al 1937, all’organizzazione dell’esposizione mondiale della stampa cattolica.
1935
4 settembre. Subisce un intervento chirurgico all’ernia che lo induce a redigere, prima di entrare in sala operatoria, un testamento spirituale, in forma di lettera alla moglie Francesca, che verrà aperto solo dopo la sua morte.
1938
30 novembre. Viene chiamato dal prefetto della Biblioteca Vaticana, Albareda, a fargli da segretario.
1939
15 giugno. È promosso segretario della Biblioteca Apostolica Vaticana.
1941
Novembre. Iniziano, segretamente, i contatti fra De Gasperi e un gruppo di ex popolari antifascisti: Mario Cingolani, Camillo Corsanegro, Igino Giordani, Guido Gonella, Achille Grandi, Giovanni Gronchi, Giulio Pastore, Mario Scelba, Giuseppe Spataro, Umberto Tupini.
1942
In primavera, si reca in Trentino per curare un forte esaurimento nervoso.
Luglio. A Borgo Valsugana, proseguono gli incontri con alcuni elementi del movimento «guelfo», fra cui Edoardo Clerici, Piero Malvestiti, Enrico Falk.
29 settembre. A Milano, incontra Giovanni Gronchi, Stefano Jacini, Achille Grandi, Gerolamo e Luigi Meda e altri antifascisti cattolici: la riunione sancisce la nascita in clandestinità della Democrazia Cristiana.
1943
Gennaio. Prosegue gli incontri con il «gruppo romano». I comunisti vengono accolti fra i partiti antifascisti che costituiranno poi il Comitato nazionale delle correnti antifasciste.
Settembre. Rappresenta la Democrazia Cristiana, insieme a Gronchi e Spataro, nel Comitato Centrale di Liberazione Nazionale (CLN).
15 settembre. Dopo la firma dell’Armistizio, mentre l’Italia è parzialmente in mano tedesca, si rifugia a Castelgandolfo.
Dicembre. Si rifugia al Seminario lateranense di Roma insieme ad altri membri del CLN.
1944
8 febbraio. Viene ospitato da mons. Celso Costantini al palazzo di Propaganda Fide; lì rimane fino alla liberazione di Roma.
18 giugno. È ministro senza portafoglio del primo governo Bonomi.
23 luglio. Al teatro Brancaccio di Roma tiene il suo primo discorso pubblico dopo il 1925.
30 luglio. A Napoli, è nominato segretario al Congresso interregionale della DC. Manterrà la carica fino al 22 settembre 1946.
12 dicembre. È Ministro degli Esteri del secondo governo Bonomi.
1945
21 giugno. Mantiene la carica di Ministro degli Esteri nel governo Parri.
18 settembre. Si reca a Londra dove tiene un discorso davanti a Byrnes, Bevin, Bidault e Molotov.
2 ottobre. Sfugge a un attentato mentre si reca in automobile a Montecitorio.
10 dicembre. Diventa Presidente del Consiglio dei ministri a seguito della crisi del governo Parri. Assume il Ministero degli Esteri e l’interim per l’Africa italiana. Il governo è formato da tutti sei i partiti antifascisti.
La cronologia, a cura di S. Malfatti, è tratta da G. Tognon, a cura di, Lezioni degasperiane 2004-2018, Trento, FBK Press, 2018.